Il merletto di Burano

Come è ben noto a tutti la realizzazione del merletto a Burano è una faccenda parecchio seria: un’arte portata avanti per secoli dalle donne buranelle trasformandolo da ornamento ad eccellenza del made in Italy. Ha assunto nel corso degli anni anche un lato fiabesco tanto da accostare alla sua nascita una graziosa leggenda, ma ovviamente le origini sono ben più tangibili.

Storia (breve) del merletto
Il merletto ad ago si sviluppò tra le nobildonne della Venezia del Rinascimento e si discostava da quello dell’epoca in quanto era un insieme più complesso ed evoluto di punti. Inizialmente andava ad impreziosire scollature e fazzoletti da mano e una forte spinta alla sua diffusione fu data dalla dogaressa Morosina Morosini che fondò nel 1595 il primo laboratorio nel quale trovarono impiego circa 130 lavoratrici.
In quegli anni si assistì ad un boom nella produzione del merletto e nella pubblicazione di libri e modellari ad esso dedicati. Le richieste aumentarono e portarono ad una trasformazione dello stile abbandando i grossi rilievi per una leggera rete di fondo realizzata con filato sottilissimo che ricordava la rete dei pescatori: era l’invenzione del Punto Burano.
Alla fine del XVI secolo Burano divenne il centro di diffusione di meravigliosi manufatti, il merletto divenne accessorio di moda e nell’isola iniziò una produzione di grosse proporzioni. All’epoca Venezia esportava in tutta Europa e aveva commesse anche dalla Francia, tanto che si narra che il re Luigi XIV sfoggiasse un prezioso collare in merletto di Burano durante la cerimonia di incoronazione.

Crisi e rinascita
Si sa, il Settecento è stato il secolo delle rivoluzioni e succede che in Inghilterra cambi il gusto della moda a favore di uno stile più semplice; succede che le manifatture francesi, strutturate in modo più moderno e produttivo, intensifichino la concorrenza e inventino il Point de France; succede che arrivino la rivoluzione americana e la rivoluzione francese. Sta di fatto che il merletto viene via via abbandonato.
La produzione viene ripresa agli inizi dell’Ottocento per volontà di Napoleone e, grazie alla costruzione di macchine industriali, si assiste all’ascesa di paesi come Francia, Belgio e Spagna. E noi? A Burano la produzione prosegue stancamente per quasi tutto il secolo fino a quando Adriana Marcello, nota contessa veneziana dell’epoca, decide di voler ridare fasto alla produzione del merletto di Burano organizzando scuole di apprendimento. Viene quindi chiesto ad una vecchia merlettaia buranella, Vincenza Memo – meglio conosciuta come Cencia Scarpariola – rimasta ultima depositaria di tutti i segreti dell’arte, di tramandarli alla maestra elementare Anna Bellorio d’Este che a sua volta li fa apprendere alle sue figlie e ad altre ragazze. E’ il 1872 e di lì a poco nasce la Scuola Merletti di Burano: ritornarono presto in auge i più famosi punti buranelli e il merletto torna ad essere la principale risorsa economica di Burano.

I nostri giorni
L’economia di Burano in quegli anni ebbe modo di rifiorire, ma nel secolo appena passato le due guerre mondiali e l’avvento di nuove mode hanno cambiato le sorti delle merlettaie. Dopo un periodo di fasti in cui figurò come una delle migliori scuole professionali d’Europa, la Scuola Merletti chiuse nel 1970 e qualche anno dopo nella stessa sede venne creato il Museo del Merletto.
Ad Oggi esistono ancora produzioni casalinghe e artigianali in alcune botteghe dove spesso i turisti possono ammirare le nostre donne all’opera… e noi rimaniamo nella speranza che un giorno possa rinnovarsi quest’arte.

Fonte: Museo del Merletto

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